Anche per la valutazione-verifica va mantenuto il criterio di personalizzazione/flessibilità delle attività e di puntuale attenzione alle abilità che si intende valutare.

In tal senso i cosiddetti” test di misura” devono obbedire a caratteristiche di:

  • validità ,determinata dal grado in cui un testo “misura” realmente ciò che si vuole misurare. Nel caso della competenza linguistica un test è valido se misura solo la competenza linguistica e non, incidentalmente, altri aspetti relativi alla persona-studente più in generale
  • affidabilità nel senso che i test NON devono essere ambigui;
  • accettabilità, in quanto i test devono essere corrispondenti ai vari “livelli di analisi linguistica”. Una frase, per esempio, deve risultare accettabile in tutti i suoi aspetti (semantico e sintattico) e non solo parzialmente in base a questo o a quel criterio.

Verifica come premessa dell’insegnamento
In genere, la verifica-valutazione compare per ultima nei diagrammi di flusso che riguardano le pratiche di programmazione educativa e/o didattica. In realtà, essa investe ogni momento del curricolo e costituisce la premessa indispensabile del processo di insegnamento/apprendimento piuttosto che la sua conclusione. In tal senso, un docente è un buon insegnante nella misura in cui è un buon valutatore.

Importanza dell’errore per valutare lo studente e il metodo di insegnamento
Gli errori, nel percorso di apprendimento, costituiscono pertanto non un’occasione di colpevolizzazione o di sanzione nei confronti dello studente, ma dati di partenza per un controllo retroattivo (feedback), sulla base del quale individuare punti di debolezza e apportare azioni integrative e, in futuro, anche preventive.
Essi dicono qualcosa all’insegnante anche sull’efficacia dei materiali e delle tecniche didattiche adottate e indicano quale parte del sillabo seguito sono state apprese – o insegnate – in modo inadeguato e richiedono quindi ulteriore attenzione.
Lo mettono poi in grado di decidere se può passare a unità didattiche successive o se deve invece dedicare più tempo all’unità didattica sulla quale ha lavorato finora.
L’analisi degli errori consente anche una riflessione non secondaria di natura epistemologico-didattica: l’apprendimento di ogni “voce” nuova richiede il ripensamento e la riorganizzazione di tutte le “voci” già studiate. Ciò significa, come abbiamo affermato nella premessa, che non è possibile affermare con sicurezza che un elemento o un aspetto della lingua è stato appreso completamente finché “non è stata appresa tutta la lingua” almeno nelle sue strutture portanti.