I riferimenti del Progetto Think Italian Live Italian sono caratterizzati dai seguenti aspetti:

  • Dimensione ludica e ipertestuale
  • Problem solving
  • Strategie euristiche e semi-euristiche
  • Partecipazione comunicativa / varietà uso della lingua in situazione

I percorsi di insegnamento/apprendimento assumono come riferimenti:

  • la centralità dell’alunno nel processo di apprendimento
  • lo sviluppo della creatività
  • l’interdisciplinarità, la multimedialità, l’integrazione dei linguaggi
  • la gradualità e ciclicità del curricolo
  • l’attualità
  • la cultura “di arrivo” e gli scambi interculturali

La lingua appresa diventa uno strumento formativo che determina

  • lo sviluppo delle relazioni
  • la ricchezza di comunicazione
  • l’assunzione di prospettive aperte e flessibili dal punto di vista linguistico e culturale

Lo sviluppo del curricolo linguistico muove dal riconoscimento dell’importanza che assumono non solo la comprensione e la produzione del linguaggio verbale, ma anche l’organizzazione concettuale, la capacità di strutturare le conoscenze e le abilità, di utilizzarle flessibilmente, in un processo logico-linguistico sempre più ricco e complesso, nella prospettiva che parte dalla comunicazione per giungere all’azione, al fare come acquisizione di competenza: il saper pensare, fare, interagire, utilizzare in altro contesto.

METODOLOGIE E STRATEGIE
Il Progetto del corso muove, dunque, dall’importanza che assumono, in un processo di apprendimento logico-linguistico, non solo la comprensione e la produzione linguistica, ma anche l’organizzazione concettuale, la capacità di strutturare conoscenze e  competenze mediante il loro riutilizzo flessibile e creativo.
Il principio di fondo  diventa la “problematizzazione delle esperienze”  attraverso un orientamento metodologico che procede dal problem solving al problem setting.

Tale orientamento , è attento alla modalità con cui l’alunno si “costruisce” il problema e la sua soluzione, offrendo, però, elementi e materiale linguistico adatto alla costruzione e alla soluzione stessa.
Siamo di fronte a situazioni semistrutturate che alimentano un conflitto cognitivo ma che forniscono nel contempo allo studente gli strumenti per la rielaborazione autonoma.

L’alunno viene messo di fronte a un compito problematico: comincia con il codificare lo stato del problema e costruirsi una sorta di rappresentazione, presto seguita dalla capacità autonoma di formulare e verificare ipotesi.
Le attività didattiche selezionate e proposte  richiedono dunque  la messa in gioco di un pensiero produttivo e determinano una forte spinta verso la creatività.

I “problemi” proposti nelle diverse Unità didattiche del corso sono significativi e prefigurano situazioni che richiedono la messa in gioco  delle conoscenze precedenti, ma anche la produzione originale di ipotesi e di piani di controllo per costruire nuovo sapere.

Dal “problema” alla lingua
Il “compito” di soluzione del problema, posto in forma di gioco, per risolvere una situazione data, semistrutturata, costringe a discutere, a pensare, a trovare le parole per farsi capire, per esprimere le proprie opinioni, in un arricchimento che è contemporaneamente di pensiero e di linguaggio. Il bambino deve riflettere sulla lingua e ne scopre i meccanismi, sempre in risposta a un bisogno comunicativo. Le strategie di tipo euristico si inseriscono nell’orizzonte della didattica metacognitiva che fa riferimento a un sistema cognitivo, capace di elaborare le informazioni in maniera attiva e a diversi livelli, in tempi vari e secondo stili personali.

Con le strategie del problem-solving si attivano percorsi mentali creativi, divergenti.
Si sviluppano intelligenze critiche e flessibili, si riconosce l’importanza della socialità, dello scambio per far crescere l’intelligenza sociale (il confronto, l’apertura agli altri), tanto più importante nell’ottica della pedagogia interculturale. La metodologia seguita, dunque, pur nelle continue evoluzioni, continua a ispirarsi al principio basilare di problematizzazione delle esperienze.