L’EDUCAZIONE LINGUISTICA viene considerata nella sua dimensione globale e formativa e, pur proiettandosi alla conoscenza/uso di una lingua diversa dalla propria, mantiene la CONTINUITÀ delle esperienze:

  • affettive
  • cognitive
  • verbali / non verbali

L’INTERVENTO EDUCATIVO è ad ampio raggio e si lega alla crescita di:

  • sviluppo cognitivo
  • competenza comunicativa area didattica
  • relativismo culturale
  • prospettiva interdisciplinare
  • pluralismo umano e culturale
  • scoperta di identità e di diversità area relazionale
  • valorizzazione delle diversità
  • crescita della responsabilità individuale e nel gruppo

Dalla lingua madre alla lingua straniera

La lingua – ogni lingua – è da considerarsi simultaneamente:

  • strumento del pensiero;
  • mezzo per stabilire rapporti sociali;
  • modalità di espressione e di comunicazione;
  • oggetto culturale.

Si tratta di un sistema dotato di autoreferenzialità, capace cioè di arricchirsi autonomamente e di riflettere su se stesso mediante se medesimo.
Dal punto di vista culturale, ogni lingua rappresenta, inoltre, una “visione del mondo”, non statica, ma dinamica: si modifica e si dilata nel tempo e nello spazio; dà luogo a significati, simboli e metafore; si articola sul versante psicologico e personale e in dimensione culturale e sociale.

Conquista delle abilità linguistiche

A livello pedagogico e curricolare, l’approccio alla lingua – o meglio all’educazione linguistica – invece, non riguarda banalmente soltanto quello che avviene quando parliamo o comprendiamo (cioè la cosiddetta esecuzione linguistica), ma anche come arriviamo a conquistare tali abilità e, visto che molti ragazzi risultano in effetti carenti dal punto di vista linguistico-culturale, è essenziale capire come facilitare e ottimizzare i processi dell’apprendimento linguistico.

La nuova lingua filtrata dalla lingua madre

Nel caso di una seconda lingua o di una lingua straniera, le ambiguità e i problemi sembrano aumentare, poiché occorre anche considerare ciò che accade su un piano comparativo/contrastivo. Chi scopre una lingua nuova, di fatto riorganizza, attraverso la lingua materna, l’esperienza relativa alla situazione in cui avviene l’apprendimento di strutture linguistiche non note. Il procedimento è quindi essenzialmente diverso e inverso: dalla nuova lingua alla riorganizzazione dell’esperienza attraverso la lingua materna. Si verifica, di fatto, un “conflitto” tra i due codici e la dimensione verbale della seconda lingua si carica di significato attingendo alla lingua materna e ostacolando in tal modo le associazioni situazione-nuova lingua.

Lingua come sistema di comunicazione complesso

Perché l’enunciato della seconda lingua si rivesta di potere significante, è necessario che la ripetizione o il rinforzo siano caratterizzati da scenari ricchi di senso e da attività contestualizzate e gratificanti. Pur nella necessaria graduazione degli interventi, delle sollecitazioni e delle unità didattiche, dunque, occorre tenere sempre ben presente che l’apprendimento di una lingua non è un processo semplicemente cumulativo, ma soprattutto integrativo.
Per questo, le tendenze odierne della glottodidattica mirano a considerare la lingua come sistema di comunicazione complesso e ad analizzarla per questa sua funzione fondamentale e per le implicazioni concettuali e culturali che l’apprendimento di una lingua comporta, di qualunque lingua si tratti.

Processi di apprendimento

Riguardo ai processi di apprendimento di una lingua straniera, particolarmente significative, poi, sono le osservazioni seguenti:

  • più intenso è il contatto con la “comunicazione naturale” (cioè con chi abitualmente parla quella lingua), più rapido è l’apprendimento della lingua;
  • lo studente deve essere posto nelle condizioni di comprendere bene il contenuto del messaggio nella nuova lingua, per poter a sua volta produrre in tale lingua;
  • nella fase iniziale dello studio risulta utile e naturale, e come tale va considerata, una “fase di silenzio”, vale a dire di non comunicazione nella lingua che si sta apprendendo, la cui durata potrà variare da caso a caso;
  • gli studenti psicologicamente tranquilli imparano prima;
  • i ragazzi che si accostano a una nuova lingua prima della pubertà la apprendono meglio rispetto a quelli che la studiano in età più avanzata;
  • la semplice correzione degli errori da parte dell’insegnante non aiuta lo studente a evitarli;
  • determinati costrutti linguistici vengono imparati solo quando gli studenti sono mentalmente pronti a recepirli, il che significa che vanno evitati “precocismi” o salti evolutivi.
    Sulla base di queste conclusioni, derivanti da studi accreditati sulle strategie di apprendimento di una lingua straniera, si possono individuare soluzioni didattiche che aiutino a superare ostacoli e a evitare errori di impostazione o di intervento.
  • Particolarmente utili si possono rivelare i seguenti accorgimenti:
    offrire il più possibile allo studente una “comunicazione naturale”, che consiste nell’indirizzare l’attenzione sul messaggio da esprimere più che sulla forma con cui lo si organizza;
  • impostare il dialogo su interazioni concrete che potrebbero riferirsi a un madrelingua di pari età;
  • fare domande che spingano a rispondere in modo diretto e chiaro;
  • non correggere la pronuncia o la grammatica nel momento in cui gli studenti elaborano i loro dialoghi, ma individuare momenti successivi per la riflessione guidata. In ogni caso, come già detto, non va mai privilegiata la forma rispetto al contenuto del messaggio;
  • pur di agevolare la comunicazione e la compiutezza del messaggio, è utile accettare, almeno inizialmente, anche integrazioni non verbali. Le indicazioni suggerite mirano a far cogliere aspetti importanti del processo di apprendimento e a individuare atteggiamenti e approcci relazionali che facilitino la comunicazione, la disponibilità e la tranquillità psicologica dello studente.

Educazione linguistica: collegamenti e relazioni

Educazione-linguistica

Insegnamento-apprendimento dell’italiano come lingua straniera

inserimento in PERCORSI GLOBALI

insegnante MEDIATORE per il graduale processo di evoluzione dell’alunno

int-educativo

continuita-esperienze

Sfere di competenza e contenuti: livello preparatorio
Nel processo di apprendimento l’acquisizione dei contenuti si articola in sfere di competenza, strettamente connesse tra loro, alle quali fanno specifico riferimento le grandi aree tematiche che costituiscono i contenuti proposti dal corso.

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Sfere di competenza e abilità: livello preparatorio
Le competenze acquisite si concretizzano, a partire dalle diverse aree di competenza, nello sviluppo di diverse abilità espressive delle quali vengono declinati gli aspetti fondamentali nello schema alla pagina seguente.

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